Migrantopoli. Gioco non gioco degli stranieri d’Italia

L’Associazione “Anelli Mancanti Figline” partecipa dal 2009 al progetto “Scuola e Volontariato” nel territorio del Valdarno fiorentino. Nell’ambito di questa partecipazione, in occasione di un incontro con una classe dell’Istituto Superiore “Vasari” di Figline Valdarno, abbiamo ideato e realizzato un gioco da tavola che potesse avvicinare i ragazzi alla realtà delle persone migranti. Giocando, i ragazzi, hanno potuto apprendere le “regole” e le procedure che scandiscono la vita di un immigrato e quindi essere più consapevoli e sensibili riguardo i concittadini stranieri, sostituendo così a stereotipi e pregiudizi una reale
conoscenza del fenomeno dell’immigrazione.
Con questo progetto ci siamo proposti di realizzare un gioco in legno e con materiali ecologici.
Il gioco è costituito da due circuiti, uno per gli stranieri regolari, uno per quelli irregolari, con la possibilità di passaggio dall’uno all’altro. Ciascun circuito è costituito da caselle; ogni casella rappresenta o un luogo, o un evento tipico della vita di una persona migrante (ad esempio Centro Identificazione ed Espulsione, Prefettura, Questura, Forze dell’Ordine, Centro per Richiedenti Asilo Politico, Sportello Stranieri, Scuola di lingua italiana etc.). Le pedine del gioco sono accompagnate da una scheda di presentazione, ciascuna pedina possiede quindi un profilo e una storia che già lo assegna ad uno dei due circuiti.

FOTOmigrantopoli2 (FILEminimizer)
Durante lo svolgimento del gioco le persone incorrono in una serie di eventualità come, per esempio essere fermati dalle Forze dell’Ordine, essere inviati al CIE o incontrare un/a ragazzo/a italiano/a che gli permette, nel caso di un matrimonio, di passare da una situazione di irregolarità ad una regolare. A movimentare il gioco ci sono anche delle carte, legate ad alcune caselle, come quella del Rinnovo del Permesso di Soggiorno o la permanenza al CIE, che impongono pause o spostamenti, basandosi
sulle reali eventualità che accompagnano la vita di una persona straniera (attese per il Rinnovo del permesso di soggiorno per la mancanza di tutta la documentazione necessaria; attese e rilasci variabili dai CIE a volte con rimpatrio forzato a volte con semplice “foglio di via”). Nel gioco si possono subire discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, come invece incontrare persone o associazioni che forniscono aiuto e sostegno. Il gioco si conclude senza vincitori nè vinti, qualcuno sarà stato
rimpatriato, qualcuno invece sarà riuscito o a ricongiungere la sua famiglia in Italia o sarà riuscito ad ottenere la cittadinanza.
Comunque ogni partecipante racconta, alla fine, il suo percorso descrivendo le varie tappe della propria esperienza.

La prima fase del progetto ha previsto degli incontri di formazione con legali e consulenti esperti in materia d’immigrazione, in modo da rendere il gioco il più possibile coerente con la realtà legislativa e burocratica vigente. Quindi è seguito la costruzione del prototipo del gioco, dove fondamentale sarà l’intervento delle diverse associazioni ed enti, composti da stranieri o in stretto contatto con questi, in modo da raccogliere le esperienze reali delle persone, non intuibili dalla sola conoscenza della legge e della procedura in materia. Dopo una fase di verifica dell’aderenza del gioco alla realtà (valutata da esperti nel settore), è stato realizzato il gioco con legno e tempere. In questa fase sono stati coinvolti, oltre che ai volontari delle diverse associazioni, anche i bambini e i ragazzi che frequentano il doposcuola presso l’associazion, per la pittura delle caselle del gioco e delle pedine raffiguranti ognuna una diversa tipologia d’immigrato.

Per facilitare e coordinare il coinvolgimento dei bambini e ragazzi, sono stati presenti educatrici e psicologi con esperienza nella gestione di gruppi.
Tutta la realizzazione, nelle sue diverse fasi, è stata documentata con foto e riprese video, che poi è stata utilizzata in occasione delle varie presentazioni del progetto e del gioco stesso. Infatti, a conclusione del percorso, sono stati organizzati degli incontri con i ragazzi delle Scuole, del Centro Giovani di Figline e dei gruppi informali coinvolti dagli operatori di strada del territorio.
Inoltre il gioco è stato proposto alla cittadinanza, per riflettere insieme su quanto sia complessa e scandita da innumerevoli ostacoli la vita di un immigrato in Italia. Gli incontri con la cittadinanza sono stati svolti con la partecipazione dei rappresentanti politici e istituzionali del territorio valdarnese, nonchè delle varie associazioni di stranieri, in modo da discutere, tenendo conto dei vari punti di vista, su quanto amplia sia l’ignoranza e l’invisibilità riguardo la vita della maggior parte degli immigrati e quanto
la percezione che si ha del fenomeno dell’immigrazione si discosti, in molti casi, dalla realtà.
Gli incontri di presentazione del gioco si sono conclusi con la testimonianza diretta di persone straniere residenti sul territorio, dove sarà importante evidenziare come l’odierna multiculturalità possa effettivamente, creando delle occasioni d’incontro, portare ad un arricchimento reciproco e non necessariamente a intolleranze e scontri di vario genere.

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